Continua fitta la corrispondenza dal 24° Campionato Europeo di Corsa Campestre di Samorin (Slovacchia). Con la cronaca "inside" di Daniele Perboni, avviciniamoci alle gare di domani. Buona lettura.
La giornata si apre con un clima che non promette nulla di buono. Intendiamoci, non piove e non nevica. Ma il vento si fa sentire. Anche un sessantenne potrebbe coprire i 100 in meno di 11 secondi. Ogni riferimento personale è puramente voluto. L’intento è quello di sondare il percorso. Ci accontentiamo di esplorare la tribuna stampa e i dintorni. Qualcuno insiste per testare il campo di gara. Lo mandiamo tranquillamente a quel paese. L’espressione sarebbe un po’ più colorita ma già sappiamo che verrebbe censurata dal capo che passa queste righe. Quindi ci limitiamo in autonomia.
Conferenza stampa di prassi, con alcuni protagonisti. Fra questi anche il giovane Yeman Crippa. Fra una domanda e l’altra, rigorosamente in inglese, la “svanga” senza fare una figura barbina pur tentennando parecchio. Però prima di salire sul palco confessa sottovoce: «Se volete farmi domande meglio dopo, in privato». Accontentato. Basta poco, che ce vo’? Quindi eccolo pronto e sempre pimpante. Domande e risposte? Andate a leggervi il sito di mamma Fidal. Quello nazionale. Perché mai dovremmo togliere spazio a queste righe? Preferiamo dedicarle a faccenduole più leggere. Anche perché così ci divertiamo di più a scriverle. Che volete farci, il vostro vecchio cronista ormai è giunto a quella età che fa le cose solo se si diverte. Altrimenti…
Comunque, sintetizzando all’estremo, possiamo dirvi che il ragazzo (Crippa) è carico, pronto, ha una voglia matta di correre e punta decisamente al bersaglio grosso: il podio e non si accontenta dei gradini più bassi. Eccessiva sicurezza? Può anche darsi, ma è questa la mentalità giusta.
Nella vasta sala stampa fanno capolino anche il presidente Giomi (e questa non è una sviolinata nei suoi confronti, sia chiaro) e alcuni dirigenti azzurri, fra cui il tecnico di Yeman, Pegoretti che sembra un cicinin teso. Ma non provate a chiedere conferma. Smentirebbe sempre e comunque.
I fotografi impazzano, sembra un assalto alla baionetta, facendo crepitare cannoni e flash. Tanto con il digitale non costa nulla, non devi più stampare migliaia di immagini. Basta farle scorrere sullo schermo e scegliere le migliori. Piace vincere facile… Quando tutto finisce si va a pranzo. Qualcuno profetizza il digiuno. Alla fine, però, non sa resistere e riempie ugualmente il piatto. Il tutto innaffiato da una più che ottima birra scura. Rifiutiamo il vino, lo lasciamo per la sera.
Lasciamo la compagnia mentre nel complesso, sterminato, sciamano allegramente ragazzi in ciabatte, in kilt, israeliani tutti neri, giornalisti alla ricerca vana di atleti da intervistare, inservienti intenti a pulire, gente di tutte le “dimensioni” stravaccate sui divani sparsi ovunque. Insomma, la classica varia umanità che si può incontrare in queste occasioni. Prendiamo la strada del nostro albergo. L’intento è di mettersi davanti al fido MacBook e stendere queste poche note. Se state leggendo, ciò vuol dire che il capo ha letto, approvato e firmato il “visto si stampi”.
PS. Nessuna notizia dei ragazzi lombardi: né visti né sentiti. E sinceramente ci siamo scordati di chiedere lumi a qualcuno della delegazione azzurra. Ma siamo sicuri che perdonerete questa mancanza. E se non lo fate pazienza. Ce ne faremo una ragione, continuando, comunque,a scrivere per voi. Domani, dopo le gare, ne saprete sicuramente di più.
Daniele Perboni
La "formazione milanese" a Samorin: Daniele Perboni, Luca Alfieri, Micol Majori, Walter Brambilla