Come già successo in occasione del Campionato del Mondo di Marcia a squadre, anche per i Campionati Europei di Amsterdam la grande penna di Daniele Perboni ha deciso di regalare al nostro sito il suo diario olandese. Gliene siamo grati e vi auguriamo buona lettura.
L’edizione 2016 dei Campionati Europei è partita e già sta sollevando grandi speranze in chiave azzurra. Il primo a far sorridere dirigenti, tecnici e appassionati è il giovanotto milanese, origini sarde, che risponde al nome di Filippo Tortu (nella foto Fidal/Colombo). Il lungagnone verde, nel senso che sin dagli esordi ha vestito la maglia della Riccardi 1946, fondata da Renato Tammaro, anche se ora gareggia per i finanzieri delle Fiamme Gialle, ha le sue radici nel milanese. Figlio di una famiglia ricca di fibre bianche si è qualificato abbastanza agevolmente per le semifinali di oggi pomeriggio sfiorando, con 10.25, il personal best di 10.23 e aggiudicandosi la vittoria nella sua batteria. In giornata lo attende un impegno ben più gravoso e delicato. Se riuscirà a centrare la finale potremo dire che ha già fatto più di quanto doveva. In prospettiva staffetta, poi, sarà ancora festa, grazie agli altri sprinter come Massimiliano Ferraro (Riccardi), pure lui approvato alle semifinali, e agli altri sprinter come Desalu, Manenti, Ferraro, Cattaneo, Infantino. Insomma una schiera di giovani virgulti che stanno spingendo per emergere e che non possono far che bene a tutto il movimento.
Da segnalare anche i tre finalisti delle siepi. Un giardino che dai tempi di Panetta, Lambruschini e Carosi forse non era più stato così prolifico. Non è detto che questi fiori arriveranno a fioritura (medaglie), ma sembra che qualche seme stia facendo le radici. Attenzione però a non allargarci troppo. In ambito internazionale è facile precipitare nella polvere nel giro di poche ore. Polvere nella quale si sono trovate le ragazze dei 200, Gloria Hooper in testa. Una prova, la sua, inguardabile e sicuramente da dimenticare. Eppure la ragazza trascorre l’inverno e buona parte dell’anno alla corte di un “mostro sacro” (almeno così ci dicono) che sa far miracoli con gli uomini e le donne veloci. Ma ci domandiamo, è proprio necessario emigrare sulle sponde del Pacifico per andare così piano? Possibile che dalle nostre parti non si trovi un tecnico che sappia far emergere le doti di questa ragazza. E, soprattutto, costi molto meno alle casse della Federazione. E che dire dei lanciatori? Pesiste e giavellottisti. Meglio stendere una velo e chiudere qui la faccenda. Non vorremmo infierire troppo. Unico spiraglio di luce la discobola Stefania Strumillo, arrivata alla seconda prestazione italiana di sempre. Solo l’Agnese Maffeis dei bei tempi ha lanciato più lontano.
Chiudiamo con la nota lieta di Veronica Inglese, splendida sesta nei 10.000 a suon di record personale. Buon viatico, come ci ha confessato, per un’altra prestazione nella messa di domenica mattina.
Ora chiudiamola qui perché siamo già stati troppo lunghi.
Daniele Perboni per fidalmilano.it