Appena sbarchi sul suolo romano, proveniente dalla catacomba della metro A, proprio dirimpetto al Circo Massimo, capisci immediatamente che qualcosa sta accadendo, o accadrà, nella vicinanze. Camionette e militari con mitra in mano e dito (forse) sul grilletto presidiano i crocevia. Urca, allora stiamo facendo sul serio! Facilissimo arrivare dentro lo stadio delle Terme di Caracalla, intitolato a Nando Martellini. Basta farsi passare per un giornalista che deve ritirare il suo sacrosanto accredito. «Vada pure, altrimenti come glielo consegnano?». Certo che vado, stia tranquillo, non ci penso un minuto!. E se poi non sono un giornalista, ma un semplice imbucato (non dico malintenzionato o peggio terrorista…) chi mi ferma più? Passo tranquillo fra schiere di addetti all’organizzazione (operai, anche se questi ormai non esistono più… maestranze, caro mio, si chiamano maestranze) che stanno curando gli ultimi ritocchi, e frotte di giudici. Bello come il sole atterro al centro stampa. Gentili e professionali. Sbrigo velocemente le varie pratiche. Saluti, strette di mano, commenti, critiche, elogi, battute scherzose, sfottò con vecchi amici e colleghi ed eccoci pronti alla danza del tacco e punta.
Giornata intensa questo sabato di maggio (fra le centinaia di personaggi più o meno famosi ne ricordiamo alcuni: Robespierre, Tony Blair, George Clooney, Gianni Tozzi e Giuseppe Peroni. No, non è quello della birra…). Nell’attesa delle gare pomeridiane iniziamo con l’aperitivo juniores.
La mattinata si apre con 48 ragazze pronte a sfidarsi sui 10 chilometri. Un gruppo subito davanti e fra queste la pugliese Naomi Stella. Si difende bene l’allieva diciannovenne di Tommaso Gentile. Tiene al forcing delle avversarie, alcune di queste decisamente più forti. Almeno sulla carta. Passano i chilometri e Noemi è sempre lì. Non molla. A metà gara un allungo delle cinesi Ma (Zhenxia, e Li) e della messicana Valeria Ortuno. Pochi metri ma nulla è perduto. Situazione sotto controllo. Negli ultimi chilometri, però, Stella è costretta a cedere. Nello stadio entrano cinesi e, più staccata, la messicana. A una quarantina di metri segue l’azzurra. E così finiranno nell’ordine.
«Felicissima? Diciamo entusiasta. Ho voluto tornare a tutti i costi e, pur con pochi mesi di allenamento, diciamo che ritorno piùbello non poteva essere. Questa maglia èbellissima. Certo che ansia, però. Solitamente sono agitata prima delle gare, ma questa volta…Un successo che dedico al mio allenatore, ai Carabinieri e alla mia famiglia, mamma Cira, papàMassimiliano e mia sorella Sabrina».
Fra i team successo, come prevedibile, della Cina che ha preceduto Messico, Australie a Italia. Da segnalare che in questa prova si èavuta una sola squalificata: l’azzurrina Anthea Mirabello.
Noemi, atleticamente parlando, è cresciuta nell'Atletica Don Milani e da pochi mesi veste la maglia dei Carabinieri. Non ènuova a exploit del genere. Chi segue le vicende dell’atletismo italico saprà, e se non lo sa provvediamo noi a erudirlo, che si èpiazzata terza ai Campionati mondiali allievi nel 2013 e all'Olimpiade giovanile del 2014.
Questo quarto posto, però, ha un sapore ancora piùdolce: «Negli ultimi cinque mesi ho sofferto di una Lombosciatalgia e mi alleno intensamente da solo tre».
Con 45’55”(a 30 secondi dalla vincitrice) ha nettamente migliorato il personale su strada. Sembreràpoco, ma se il buon giorno si vede dal mattino…
Poca gloria e poca storia per i giovanotti juniores azzurri. In una gara dominata da Cina (Jun Zhang, 40’23”), Spagna (Manuel Bermudez, 40’27”) e Messico (Noel AlìChama, 40’29”) il migliore dei nostri èl’anconetano Giacomo Brandi, finito 22esimo (43’06”) staccato di 2 minuti e 43 secondi dal primo. La classifica individuale rispecchia, quindi, quella a squadre. Vince il Messico, davanti a Perù e Giappone. Italia tredicesima su 15 squadre.
Adesso basta, vado a nutrirmi. Nos vemos en la tarde.
Daniele Perboni