LA MARCIA MONDIALE PARLA ROMANO: IL PUNTO DI VISTA DI DANIELE PERBONI

marcia roma 2Con questo articolo di presentazione del Campionato del Mondo di Marcia a Squadre, in programma a Roma sabato 7 e domenica 8 maggio, inizia una nuova collaborazione per il nostro sito. La firma di questo e dei prossimi articoli è quella prestigiosa di Daniele Perboni, giornalista di lunga pezza, grande esperto di sport e fine conoscitore del nostro mondo, lui che per anni ha diretto la rivista Atletica Leggera. Vuol essere questa l'occasione per poter offrire ai nostri lettori un nuovo punto di vista sul mondo dell'atletica, sempre con un particolare focus su quella milanese, convinti che l'ascolto e la lettura di chi ne sa più di noi possa essere sempre utile per migliorare e far crescere il nostro sport. Un grazie a Daniele Perboni che ha scelto il nostro sito per portare il suo personale contributo di informazione al mondo dell'atletica. 


Ci siamo. Sabato e domenica Roma ospiterà la prima edizione dei Campionati mondiali di marcia. La prima? Certo che si tratta della prima. Le altre edizioni, andate in scena a partire dal 1961, si sono disputate sotto altri nomi. Dapprima come “Trofeo Lugano” e successivamente come Coppa del mondo… Quindi, è la prima. È la quarta volta che il Bel Paese ospita questa manifestazione. Le prime due hanno un sapore antico: Varese 12 ottobre 1963, Pescara 9 ottobre 1965. La più recente, Torino, reca la data del 12 ottobre 2002 e ci riporta alla mente il successo di Erika Alfridi, l’allieva di un certo signore che risponde al nome di Pietro Pastorini. Un tipo che, permettetemelo dato che lo conosco più che bene, da prendere con le molle e che di marcia ne capisce uno sticchio. Poco è. Basta così, altrimenti…

Roma, dunque. A nostra memoria non ricordiamo una vigilia così tambureggiante e burrascosa. Colpa (o merito?) di un certo signore altoatesino, biondo, trentenne, già campione olimpico, che in quest’ultimo anno ha scatenato furiose polemiche. In bella compagnia, intendiamoci. Leggi Sandro Donati. Non stiamo a dilungarci troppo. Presumiamo, infatti, che i quattro lettori quattro di queste righe siano più che preparati in materia. Una cosa, però, lasciatemela affermare: il sottoscritto è fra quelli che si è schierato “contro”. Bella roba, dirà qualcuno dei quattro lettori. Sei contrario e intanto ti fai ospitare da un sito che è l’espressione, anche se periferica, dell’Istituzione (Fidal) che ha avvallato tutto ciò. Insomma, dite che sputiamo (Plurale maiestatis. Da Wikipedia: oggi, il pluralis maiestatisha perso quasi ovunque la sua valenza formale… rimane soprattutto come espediente retorico, non raramente con intenti umoristici o ironici.) nel piatto dove mangiamo? Diremmo proprio di no, visto che questo piatto lo offriamo noi ed è totalmente gratuito.

Torniamo dunque a faccende un poco più terrene. Il successo della manifestazione, fortemente voluta dalla Fidal (e supponiamo caldeggiata dal Presidente del Coni Malagò per spingere la candidatura olimpica di Roma… Ma guarda un po’ che coincidenza) sembra essere assicurato. Almeno sul piano della location di sicuro. Partenza, arrivo, e svolgimento delle gare non potevano avere palcoscenico migliore di questo. Sinceramente, chi è in grado di regalare un panorama così suggestivo? E per quanto riguarda la partecipazione numerica e qualitativa degli atleti? Anche da questo versante pensiamo che non ci si possa lamentare: oltre 400 atleti pre iscritti, per un totale di 60 Paesi coinvolti, e fra questi il campione olimpico dei 20 chilometri il cinese Ding Chen e, fra le donne, la connazionale campionessa mondiale Hong Liu. Naturalmente questi sono la punta di diamante di un lungo elenco di atleti fra i più rappresentativi e performanti della specialità.

I soliti bene informati sostengono che gli azzurri potranno fare più che bene, sia a livello individuale che a squadre. Lo speriamo e ne siamo convinti anche noi (urca, sempre quel plurale che fa capolino fra le righe, ma che volete farci il mio vecchio maestro così mi ha insegnato…). Siamo convinti anche che il solito signore biondo farà vedere grandi cose, sempre che qualche giudice incazzoso non decida di stopparlo. E siamo più che convinti che sarà sempre lui la “stella” di queste giornate. Frotte di giornalisti e tv saranno ad assalirlo, qualunque risultato ottenga, mentre i restanti atleti verranno messi nell’angolo. Ignorati. Si accettano scommesse.

P. S. Mentre sto per spedire queste quattro frasi, arriva l’intervista di Elisa Rigaudo. Leggetela. Vi emozionerà. Almeno al sottoscritto ha fatto quest’effetto. Ma io sono vecchio, meglio dire diversamente giovane, e i vecchi, si sa, si emozionano facilmente…

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Daniele Perboni