"SCOPRI IL COACH - 10": CONOSCIAMO MASSIMILIANO BRIGO

Ancora una puntata dellla nostra rubrica "Scopri il coach", per conoscere le storie "da atleti" di alcuni degli allenatori e allenatrici che incontriamo sui campi di gara. Oggi andiamo a scoprire il passato di Massimiliano Brigo. Buona lettura.

(Invitiamo tutte le società milanesi a segnalarci i loro allenatori dal passato "glorioso": Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).


Massimiliano Brigo, anni 41 di Muggiò, è un ex (ma non troppo) maratoneta, allenatore della PBM Bovisio Masciago. Ha iniziato a fare atletica a 12 anni, dopo aver assaggiato il pattinaggio e il calcio. La sua prima società è stata l’Atletica Desio, la stessa del fratello che aveva iniziato prima di lui, allenandosi con il professor Franco Veronese.

Il primo assaggio con l’atletica di buon livello fu al Campionato Italiano Allievi di corsa su strada a Molfetta nel 1996, finendo nei primi 10 sui 12 km, nella gara vinta da Giovanni Gualdi. La sua attività agonistica si rallenta fino al 2000, di mezzo c’è il servizio militare. Questo però gli permette di entrare nel gruppo sportivo della sua Brigata, e nel 1998 partecipa alla sua prima maratona, a Venezia, valida come Campionato Italiano Forze armate.

Dopo il 2001 riprende a correre con continuità e nel 2003 arrivano subito dei buoni risultati: i 5000 in 14.39, 30.07.99 nei 10mila, 1:05.15 nella Mezza maratona del Campionato Italiano di Arezzo. Nel 2005 supera il concorso e riesce a entrare nel Gruppo Sportivo dell’Aeronautica, ma gli infortuni non lo aiutano a restare nel gruppo. Passa allora alla Cover Mapei di Verbania, che allora vedeva tra i suoi atleti gente come Severino Bernardini e Vasyl Matviychuk.

Le operazioni ai tendini d’Achille si mettono però di mezzo. Dopo l’esperienza in Cover, passa in maglia PBM Bovisio sotto la guida di Mario Scirè, nel forte gruppo che allora vedeva anche il futuro campione italiano dei 1500 Merhiun Crespi. Torna a correre la maratona nel 2011 e arrivano le prime, vere soddisfazioni. A Torino, nel Campionato italiano, segna il suo personale con 2:21.05, poi sale due volte sul podio tricolore della distanza. A Carpi nel 2012 finisce 2°, mentre è 3° a Ravenna nel 2015. Ha partecipato anche alla Maratona di Berlino, mentre continua a correre cross e 10k: le scarpe da gara non sono ancora del tutto appese al chiodo.

Dal 2011 ha Iniziato a seguire alcuni Esordienti della PBM Bovisio, mentre ora allena dai Cadetti in su.

  coach brigo

1. Come e perché hai iniziato a fare atletica?

Dopo due brevi esperienze sportive, prima del pattinaggio a rotelle e poi col calcio, ho seguito mio fratello Christian che era già tesserato per i colori biancoblu dell'Atletica Desio, dove c'era un bel gruppo di atleti seguiti dal prof. Franco Veronese. Ho praticamente iniziato così.

2. Come e quando hai scoperto la tua specialità?

Per esclusione, quando ho scoperto che salti, lanci e ostacoli non facevano per me. Ero decisamente più propenso a macinare giri di pista anche con i ragazzi più grandi di me con i quali arrivai rapidamente a correre spalla a spalla.

3. Qual è la gara a cui sei più affezionata?

La MAratona di Venezia del 1998, valida anche come Campionato Italiano delle Forze Armate. Ho partecipato quasi per caso dopo una serie di coincidenze fortuite e poco prima del mio congedo. Quella gara non solo mi permise di saltare guardie e piantoni, ma anche di tagliare il traguardo di 2:41.54.

4. Cosa ti ha insegnato e lasciato l’atletica?

Indubbiamente che con impegno, dedizione e continuità negli allemanenti i risultati si ottengono e che sono questi centrati a darti la forza per continuare a sudare. L'atletica mi ha lasciato molte benne esperienze fatte sin da ragazzino, sia sui campi d'allenamento che di gara dove ho conosciuto atleti e amici fantastici.

5. È stato difficile smettere con le gare e l’agonismo?

Difficile sì, ma inevitabile. Mi sono sottoposto a diversi interventi ai tendini d'Achille ed è stato un continuo fermare e riprendere gli allenamenti. Ritornare in forma diventava sempre più faticoso e non durava mai a lungo prima del prossimo acciacco. Se non puoi allenarti perché devi continuamente dar tregua alle gambe infortunate, le scelte non sono molte.

6. Quando e perché hai scelto di diventare un allenatore?

Durante uno dei miei ultimi infortuni, e per suggerimento di Mario Scirè, l'allenatore che mi seguiva in quel periodo. Mi propose di prendermi cura del gruppo di ragazzi della PBM al campo di Bovisio Masciago. Inizialmente ero supervisionato dal presidente della società, il sig. Filippi, che nonostante i suoi mille impegni dirigenziali era puntualmente presente al campo di atletica, tutte le sere.

7. Cosa ti piace nell’essere un allenatore?

Fare l'allenatore è comunque un mdo per tenersi attivi, mi piace stare con i ragazzi e cercare di tramertere loro la passione per lo sport. Voglio vederli diventare atleti perché so che questo li aiuterà e non solo in pista-

8. Cosa insegni per prima cosa ai tuoi atleti?

Che in campo (ma anche fuori) siamo tutti amici, che c'è sempre il momento per ridere e scherzare ma anche quello per impegnarsi perché nell'atletica, come nella vita, ci sono traguardi che si raggiungono solo con impegno e dedizione.

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