LORENZO VERGANI, IL PREDESTINATO DEI 400 HS: DA TRIESTE A LONDRA SENZA MONTARSI LA TESTA

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Luglio 2017, mese memorabile per Lorenzo Vergani (CUS Pro Patria Milano, nella foto Colombo/Fidal), che dopo il titolo Italiano Assoluto conquistato a Trieste nei 400 hs (49.36 PB), oggi festeggia (allenandosi) la convocazione per i Campionati Mondiali di Londra e anche, perché no, la convocazione per le Universiadi di Taipei (19-30 agosto). Milanese doc, 24 anni da compiere a settembre, studia Ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie al Politecnico di Milano. Non ultimo, è un ottimo musicista. A pochi giorni dalla partenza per il suo primo Campionato Mondiale (dopo quello junior del 2012 e l'europeo under 23 nel 2015) lo abbiamo intervistato su questa stagione già straordinaria.

Ti aspettavi di rientrare tra i convocati dei Mondiali?

Un paio di giorni prima della chiusura dei minimi per Londra avevo già notato che ero nei target numbers, però non è così automatica la cosa. Prima arriva l'invito dalla Iaaf e poi la Fidal accetta e convoca l'atleta. Dopo Trieste avevamo programmato di correre a Lignano e Padova, mettendo in conto un calo di prestazione, ma Lignano è andata bene comunque (49.83, ndr). Non abbiamo cercato il minimo disperatamente perché se lo fai all'ultimo momento finisce che arrivi a Londra in pessime condizioni. Io non ho fatto altre gare, ho dato degli esami e mi sono rimesso ad allenarmi, perché se vai a un Mondiale bisogna essere preparati. Io e Aldo Maggi (suo allenatore e scopritore, ndr) abbiamo puntato a essere pronti per la settimana prossima, senza sapere prima se sarei andato a Londra.

Come hai vissuto questo mese di luglio da campione italiano? E’ cambiato qualcosa?

Dopo un risultato come quello arrivi in gara un po’ scarico, soprattutto nell’immediato. Le energie nervose erano un po’ calate ma ho vissuto tutto normalmente. Non mi monto la testa, resto coi piedi per terra. Questo non è un punto d’arrivo ma di partenza per altre cose. Non c’è stata neanche alcuna festa, non sono il tipo.

Torniamo a Trieste: quanto credevi di poter vincere il Campionato italiano?

Non pensavo affatto di poterla vincere. Sapevo di poter far bene, perché in batteria ho corso in 50 e mezzo senza sprecare e con un bel finale. Avevo il secondo tempo di iscrizione ma quando ci sono 10 ostacoli in mezzo a una gara non si fanno mai pronostici. Col senno di poi vedo che posso fare ancora meglio: non avendo mai corso a quella velocità è difficile capire, le sensazioni sono diverse. Lì pensavo di aver fatto la gara migliore di sempre, ma non è così. 

Quest’anno sei migliorato tantissimo (- 1.29), qual è la chiave del tuo successo?

Sicuramente i molti pesi fatti (sotto la guida di Marco La Rosa, ndr) ma ci vogliono anni per metabolizzarli. Io lavoro molto di pressa con carichi alti perché ho dei problemi alla schiena e non posso fare squat, neanche al castello. Il tipo di lavoro fatto rende certamente, ma occorrono alcuni anni. In pista poi, solo da quest’anno ho fatto veramente dei lavori lattacidi, prima non ho mai fatto dei grossi volumi di lattacido e di forza. La vera differenza però l’ha fatta il non aver seguito lezioni all’università. Ad alti livelli ci vogliono anche dei momenti per riposare, per gestire i pasti e avere riposo tra un allenamento e l’altro. Quest'anno ho potuto gestire la giornata come volevo io, come se fossi un professionista. Vivere in funzione dell’allenamento è diverso da allenarsi tra un impegno e l'altro: su un intero anno di allenamenti la differenza si sente.

Hai fatto un mondiale junior nei 110 e ora vai a Londra nei 400 hs: lo scommessa è stata vinta. Ci credevi quando hai cambiato specialità?

Non è stata una scelta puramente mia, è venuta soprattutto da Aldo. Lui sapeva fin dall’inizio che avrei fatto i 400. Io ho iniziato tardi con l'atletica, da allievo, era quindi necessario passare prima per i 110. Ricordo ancora la prima volta che mi presentai all'Arena. Aldo mi disse: "Vuoi fare fatica? Vuoi avere la pazienza di aspettare? Sì? Allora puoi fare atletica".

Cosa ti aspetti da Londra?

Cercherò di fare la gara migliore che posso, perché sto abbastanza bene. Sono consapevole di poter far bene. Per me è situazione nuova, ma darò il massimo e anche qualcosa di più.

Meglio i 110 o 400? 

Meglio i 400 hs, te la puoi godere di più, la gara non finisce subito. Ti regala qualcosa in più. E’ più difficile, ma è un aspetto positivo.

Meglio la chitarra o il pianoforte?

Io ho sempre preferito pianoforte. Nella chitarra non c’è il tecnismo che ho messo nel pianoforte.

Lorenzo sarà in gara a Londra nelle batterie dei 400 hs domenica 6 agosto alle ore 11. Vi aspettiamo tutti davanti alla tv.

DAVI.VIGA.