E' una vittoria che vale molto, molto di più di quel che dicono i semplici fatti e numeri. Ieri la milanese Valentina Trapletti ha conquistato a Cassino (Fr) il suo terzo titolo italiano assoluto nella 20 km di marcia (2009, 2015), cui si aggiunge il titolo italiano conquistato l'anno scorso a Rieti nei 10mila su pista. Un poker di notevole valore storico, che irrobustisce ulteriormente il palmares di un'atleta che a 31 anni ha ancora molta fame di vittorie. Questi i fatti. La notizia è invece che Valentina è tornata a vincere con la maglia del Centro Sportivo Esercito, dopo che nelle ultime due stagioni aveva marciato per la Bracco Atletica.
Sì, perché la Trapletti ha vestito la maglia dell'Esercito per dieci anni, dal 2005 al 2014. Il suo arruolamento avvenne all'indomani della grande stagione da junior del 2004, quando conquistò tre titoli italiani (indoor, strada e pista), mentre ne venne esclusa alla fine del 2014. Atleta a fine carriera? Niente affatto. "Nel 2014 avevo partecipato alla Coppa del Mondo di Taicang, ero la terza in Italia quell'anno" racconta Valentina, che ricorda benissimo l'inizio del suo servizio da militare dopo l'uscita dal gruppo sportivo. "Il 17 dicembre 2014 è iniziato il mio anno di servizio (grado di Caporlamaggiore scelto, ndr), io non me lo aspettavo. Quando entri in un gruppo militare sai benissimo di essere stato arruolato perché devi andare forte. Nel momento in cui non fai risultati te lo aspetti di uscire, ma non quando li stai facendo".
Il 2015 è stato per la Trapletti un anno molto provante: "Facevo i turni di guardia in caserma a Milano, ed ero anche la segretaria del comandante, che sta in ufficio finché c'è il comandante, non fa il normale orario 8.00-16.30. Mi allenavo due, tre volte la settimana tra un turno e l'altro, ma non era fattibile a livello di salute. E' stato un anno durissimo". Nonostante queste condizioni, la milanese riesce comunque a vincere il Campionato italiano nel 2015, conquistando la maglia azzurra per la Coppa Europa a Murcia.
Se i risultati arrivano anche con poco e caotico allenamento, allora vuol dire che c'è ancora molto da dire. Così nel 2016 Valentina chiede e ottiene l'aspettativa dall'Esercito. Niente stipendio, ma la possibilità di allenarsi con regolarità, sotto la guida del suo mentore Enzo Fiorillo al campo XXV Aprile di Milano. Con la maglia della Bracco Atletica ("Ringrazio molto la Bracco e Franco Angelotti, che mi ha dato e stimolatotanto") è azzurra nell'incontro di Podebrady, al Campionato del Mondo per Nazioni di Roma, vince il tricolore sui 10mila e segna il nuovo pb sulla 20 km (1:31.28) e sui 5000 (21:40.45). Segna anche per cinque volte il minimo olimpico, se non fosse che davanti a lei ci sono atlete come Giorgi, Palmisano, Rigaudo. "Tu hai tutte le carte in regola per fare le olimpiadi" le dicono i vertici federali, e così sarebbe in qualunque altra nazione del mondo. A questo punto, forse ci sono le carte in regola anche per tornare a fare la professionista.
Il 2017 si apre con l'argento nei 3000 agli Assoluti indoor di Ancona dietro ad Antonella Palmisano, ancora in maglia Bracco. Poi, finalmente, arriva il reintegro nel centro sportivo. "Sono contenta di essere tornata in squadra perché ora torno finalmente a fare la professionista della marcia, come sento e voglio fare. I due anni passati non sono stati facili, è stato un periodo poco sereno per me. La preparazione di un marciatore è davvero logorante, ci hanno provato a farmi smettere ma non ci sono riusciti, non ho mai voluto mollare. Nessuno mi ha regalato niente: ho provato il tutto per tutto per tornare a fare l'atleta e ci sono riuscita. Se non avessi fatto i risultati, avrei accettato di stare fuori dal gruppo, ma finché fai i primati personali no".
Riconquistata la serenità, ora è tempo di pensare al futuro. "Adesso l'obiettivo è la Coppa Europa del 21 maggio a Podebrady. Sono contenta, si lavora e si continua a lavorare. C'è ancora tanto da fare e da migliorare: se fai risultati quandi ti alleni meno", ride Valentina, finalmente in pace con i suoi fantasmi. Se c'è una morale in questa storia, ce la dice la nuova campionessa italiana di marcia: "La testa fa tanto: devi essere disposto a fare tanto per avere molto". Road to Podebrady.
DAVI.VIGA.