DI DOPING E ALTRE QUESTIONI: IL RIALZO DEL FIDUCIARIO TECNICO PIERO PEREGO

dopingFuoco alle polveri? Non necessariamente. Però la cronaca incalza, decisioni e novità si susseguono a gran ritmo e quando tutto accellera, la prima cosa da fare è fermarsi e fare il punto in carta (vecchia formula precedente all'era dei gps). L'atletica tutta, suo malgrado, si ritrova al centro dell'attenzione mediatica più per motivi farmaceutici che sportivi. Tante le tempeste in corso all'estero ma anche in Italia. Da qui a 40 giorni, quando a Roma si indosserà la maglia azzurra per la Coppa del Mondo di marcia (7-8 maggio), tutti saremo chiamati ad avere un'idea su doping, antidoping, squalifiche e rientri. E' inevitabile. Ben venga il dibattito se può aiutare gli indecisi a far chiarezza tra i propri pensieri.

Ieri abbiamo rilanciato, come di consuetudine, il foglio Trekkenfild, pubblicazione indipendente che ha il merito di parlare di atletica solo attraverso la lingua di chi la conosce a fondo. Walter Brambilla e Daniele Perboni non sono giornalisti prestati al tema quando la temperatura si alza, per loro è sempre febbre da pista. Visto il grande spazio dato alla vicenda di Alex Schwazer, oggi è il nostro Fiduciario tecnico Piero Perego a voler mettere in chiaro il suo pensiero in proposito.

"Nel condividere il pensiero di Walter Brambilla e Daniele Perboni, aggiungiamo che il doping va affrontato diversamente e molto più concretamente" dice il fiduciario di FIDAL Milano. "Un solo articolo è sufficiente nella questione: Art. 1 – Chi fa uso di sostanze proibite sarà radiato a vita da tutte le Federazioni. - Punto".

"L’attuale Legge sul doping ha una falla clamorosa: permette a tutti di drogarsi almeno una volta. Non per vendetta, non per autoritarismo, non per violenza, non per accanimento, non per giustizia sommaria. Solo in ossequio a chi non ha mai pensato né provato pratiche illecite per poter migliorare la prestazione e/o il piazzamento, ed affronta la vita rispettando le regole: nello Sport e nella quotidianità".