Mentre siamo ancora in fibrillazione per il record galattico di lancio del peso Allieve (17.12 mt con l'attrezzo da 3 kg) realizzato da Sydney Giampietro (Cus Pro Patria Milano) ieri, giovedì 8 gennaio 2015 nell'impianto indoor di Schio (Vi), la mente è corsa al 1973, quando venne realizzato il precedente primato di 16.16. Cosa successe allora? E dopo? Eccoci allora al telefono con Angela Anzelotti (a destra in una foto dell'epoca), colei che in quel 7 luglio realizzò una misura destinata a durare per un tempo che sembrava eterno.
«Il mio record più che caduto è stato abbattuto, questa è una misura incredibile» dice l'ex primatista a proposito del record di Sydney «Io coi ragazzi ci lavoro e non mi è mai capitato di trovare una ragazza che faccia più di 10 metri» racconta la professoressa Anzelotti, che oggi insegna educazione fisica in una scuola superiore di Iseo, Brescia. La prof di oggi è stata però una grande pesista dei suoi tempi, fenomeno giovanile poi approdata in nazionale assoluta (11 maglie azzurre in totale), 1 titolo italiano assoluto e 1 indoor nel 1979, e una carriera «da eterna seconda», racconta. Purtroppo per lei, le sue spallate incrociarono quelle di Cinzia Petrucci, una delle maggiori lanciatrici italiane di sempre con 15 titoli assoluti e 17 primati nazionali nella specialità. Questo però non le dà fastidio visto che, per sua stessa ammissione «non mi sono mai sentita una pesista, mi sono sempre sentita una discobola, ma all'epoca di discobole ce n'erano e allora sono rimasta sul peso perché lì comunque ottenevo i risultati». Averne oggi di ripieghi di questo genere.
Cosa ricorda oggi Angela di quel primato Allieve, realizzato quando aveva 16 anni? «In realtà non ricordo niente, mi spiace. Per me la categoria Allieve era solo un passaggio, un ciclo che finiva prima di diventare juniores». Sembra incredibile eppure è così. Sempre con la mente avanti, proiettata come il suo peso verso i traguardi più importanti, quelli che contano. Qualcosa in più di quel record si può dire però, ci vengono in aiuto i ritagli di giornale dell'epoca. La Gazzetta Sportiva di domenica 8 luglio 1973, a pagina 9, riporta i risultati dei Campionati Italiani Allievi/e svoltisi a Massa. In quell'occasione, venerdì 7 luglio, Angela realizza il nuovo primato italiano con 16.16, migliorando il suo già precedente primato di 15.74 realizzato nella stessa stagione. La seconda classificata, Bonifazi, si ferma a 12.20. Un abisso, proprio come è solita fare la Giampietro. Il vecchio primato sembra quindi esser stato fatto a Massa e non a Milano come riportano i dati della Federazione. Agli storici il compito di verificare la correttezza dei fatti.
Se la professoressa non ricorda il record, ricorda però molti altri passaggi cruciali della sua vita sportiva. «Ho iniziato a lanciare ai Giochi della Gioventù del 1970 e nel 1971 li vinsi». L'elite nazionale le permette così l'anno dopo, a 15 anni, di lasciare casa a Brescia e di entrare nel Centro Federale di Tirrenia dove vivrà, si allenerà e studierà per gli anni seguenti, costruendo anche il suo futuro. Nel 1973, dopo i record, debutta anche in nazionale juniores a Torino nell'incontro Italia - USA. «Quello sì me lo ricordo, un'emozione grandissima, ho esordito in nazionale insieme a Sara Simeoni e Paola Pigni». Dall'Atletica Bussaghese alla Fiat OM, la carriera ormai è in rampa di lancio. Le emozioni più forti sono legate all'anno 1976, quello dei Giochi di Montreal. Le gare preolimpiche, il pb realizzato a Udine con 16.64, il minimo olimpico raggiunto, seppur di poco. Arriva però la delusione della mancata convocazione a cinque cerchi. «I soliti discorsi, taglio di budget... Certamente quella delusione mi ha segnato e mi ha tolto un po' di entusiasmo». Può consolare il fatto che anche 40 anni dopo fatti del genere capitano a ogni olimpiade?
La sua carriera prosegue fino al 1981, poi il lavoro di insegnante e un infortunio al legamento del ginocchio rimediato giocando a pallamano, suo nuovo amore sportivo, segnano lo stop definitivo. Senza rimpianti. «Ho vissuto l'atletica con grandi emozioni e dopo non ho vissuto di ricordi». Qualche comparsata da master è stata solo l'occasione per una trasferta con vecchi amici. «Io ho dato tanto all'atletica e l'atletica ha dato tanto a me. Senza lo sport forse avrei fatto la commessa o l'operaia, invece ho avuto la possibilità di studiare e di avere un lavoro per il dopo atletica». Oggi un giovane talento ha queste possibilità di crescita sportiva e professionale?
Oggi cos'è l'atletica e quel vecchio record, per Angela? «Prima di tutto mi fa piacere che il mio record sia sparito, è grave che sia durato così tanto. Vuol dire che qualche problema c'è stato in questi anni» dice senza mezzi termini. Non è però l'unico problema che c'è. «Mi spiace vedere sempre più doping nell'atletica e nello sport. Non siamo ancora riusciti a cambiare mentalità alla gente e soprattutto agli allenatori, che forzano gli atleti per la propria ambizione, per avere soddisfazioni e vantaggi».
davi.viga.
Angela Anzelotti oggi