Giorgio Calcaterra, missione compiuta. Domenica 22 aprile il tassista romano ha vinto la 100 km di Seregno, conquistando per la terza volta in carriera (dopo il 2009 e il 2011) il titolo di Campione del Mondo. Per il campione in carica un tris sperato da tutti ma che non è stato per nulla facile da conquistare. Ci hanno provato a sottrargli l'iride il compagno di squadra Alberico Di Cecco (grande ex maratoneta dal passato "chiacchierato"), il canadese Jason e lo spagnolo Cuevas. L'allungo decisivo di Calcaterra al km 60 e sul traguardo c'è stato spazio solo per lo svedese Jonas Buud, secondo a oltre 5', e per Di Cecco, terzo in 6:40:30. Per la sua terza impresa mondiale, il romano di Monteverde ha dovuto dare il meglio di sé portando il suo pb a 6:23:20.
Pur dato per grande favorito alla vigilia, Giorgio Calcaterra ha confessato all'edizione romana della Gazzetta dello Sport di non essersi presentato sul traguardo nelle migliori condizioni, almeno quelle mentali. "Sono arrivato al Mondiale poco motivato - ha dichiarato - Mi aveva demoralizzato la convocazione in azzurro di Alberico Di Cecco, che ha nel suo passato una squalifica per doping (positivo all'Epo nel 2008). Di Cecco ha pagato la sua pena, ma non tollero che continui a negare le sue colpe e abbia atteggiamenti irridenti nei miei confronti". Difficile la convivenza in squadra tra un ex professionisa decaduto e un Calcaterra, l'emblema dei corridori della domenica che si sono fatti da sé a suon di chilometri e pastasciutta. Con questa terza vittoria mondiale, il secondo uomo nella storia della specialità dopo il russo Santalov, forse anche per Giorgio Calcaterra è giunto il momento di non essere più considerato solo un "tapascione evoluto" (capace comunque di 2:13:15 sulla maratona) ma uno dei grandi fondisti della corsa azzurra.
Tra le donne poca gloria per l'Italia. La favorita Monica Casiraghi è costretta da un malore a rallentare e finisce solo 31°: sfumato per lei il poker a Seregno e il bis mondiale. Ritiro anche per la nostra numero due, Monica Carlin, e allora il podio dice l'americana Amy Sproston seguita dalla svedese Kajsa Berg e dalla russa Irina Vishnevskaja. Prima delle italiane, la regina del fitness Marina Zanardi, nona, davanti a tutte le titolari e riserve azzurre. La squadra italiana finisce così quarta (con Francesca Marin 12°, Roberta Orsenigo 17° e Sonia Ceretto 19°), dietro a Usa, Giappone e Russia. Vittoria invece per la squadra maschile, completata da Daniele Palladino, 16°. Per le milanesi in azzurro, 17° la Orsenigo, 24° Maria Ilaria Fossati e 41° Lorena Di Vito.