Filippo Tortu, oltre la corsa c'è di più. Ancora emozionati dall'impresa dei quattro samurai della 4x100 olimpica, proviamo ad approfondire cosa è successo nell'ultima frazione. Quella di Filippo Tortu (Fiamme Gialle, nella foto Colombo/Fidal), quella del sorpasso ai danni della Gran Bretagna, quella dell'ultimo metro che ha trasformato i sogni in oro zecchino.
Eppure Filippo è arrivato alla finale della staffetta dopo una stagione difficile, condizionata dagli strascichi del Covid contratto a gennaio, da un'Olimpiade poco esaltante che lo ha visto uscire mestamente nella semifinale dei 100 metri in 10.16.
Eppure l'ultimo rettilineo in Giappone i ha ridato all'improvviso il Filippo Tortu che non sbaglia, quello che nell'occasione che conta risponde "presente!".
Per analizzare il caso abbiamo chiesto ad un indagatore dell'animo sportivo, il dottor Andrea Colombo, psicologo dello sport che sa benissimo come muoversi in questo campo.
Il milanese Andrea Colombo, 47 anni, prima di diventare un affermato psicologo, è stato un velocista dell'Atletica Riccardi e della Snam, campione italiano dei 100 metri (10.23 pb) nonché olimpico e componente dell’ultima staffetta italiana 4x100 capace di raggiungere la finale olimpica: erano i Giochi di Sydney 2000.
“Nella frazione di Filippo Tortu c’è qualcosa di più, c’è un individuo che corre per portare qualcosa in più di ciò che è individuale. Questo è lo spirito della nostra nazionale, ma anche dell'Atletica Riccardi dove Filippo ha corso: l’Italia non è individualista.
Filippo ha ripreso l’avversario con la consapevolezza di chi è stato lanciato da altre persone. Questo era evidente. Questa è la meraviglia della nostra mente e delle nostre emozioni. Anche la sua tecnica di corsa è tornata all'improvviso a essere quella dei tempi migliori.
E questo è frutto della mente, del gruppo e delle relazioni. E' il fascino della staffetta: lasciarsi trasformare da un gruppo e da altre persone".
Il caso-Tortu non è l'unico esempio di quanto, oggi più che mai, il fattore "mente" sia sempre più decisivo nelle prestazioni sportive.
"Abbiamo assistito a un’Olimpiade dove la mente e i mental coach hanno raccontato le proprie storie. Questa Olimpiade segna uno spartiacque nella storia dello sport grazie alle storie di rivalsa. E' l'espressione di una società che sta cambiando" ha concluso il dottor Colombo.
Andrea Colombo è psicologo dello sport, collaboratore del Comitato Lombardo della Federazione di Atletica, responsabile del programma di tecniche di allenamento mentale nel master di psicologia dello sport di Psicosport.
DAVI.VIGA.
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