Domenica 7 marzo è un anniversario importante per l'atletica brianzola. Si celebrano i 50 anni del Campionati Italiano di corsa campestre, organizzato a Cesano Maderno nelle aree verdi che oggi fanno parte del Parco delle Groane (foto a destra, ieri e oggi).
Era il 1971. La corsa campestre era il piatto forte dell'inverno, palestra per gambe e carattere, dalla "Cesanese Barni" non era ancora nata l'attuale Atletica Cesano. Ma quel giorno (anche allora, domenica), nella brughiera dell'altopiano che costeggia la strada statale "Comasina", tutto il meglio d'Italia venne a sfidarsi.
Gare solo maschili, 4 prove in programma. Cross corto (6 km) e lungo (12 km) seniores, juniores (7 km) e allievi (4 km). Le cronache del tempo raccontano di "Campionati duri, come forse mai. Il percorso era una piana aperta, il terreno argilloso, ma a tratti molliccio fino all'impossibile, a tratti duro (per il gelo) come il marmo. [...] Percorso difficile, selettivo, di quelli che fanno soffrire e chi non regge, si spezza e poi o naufraga o si ritira".
Insomma, un perfetto scenario da campestre, come si vedono ancora oggi al "Cross per Tutti" di Cesano Maderno, che però si corre in un altro terreno, comunque affine per morfologia.
Siamo nel 1971, e a Cesano ritroviamo i più importanti nomi dell'atletica italiana degli anni '70. Tra gli junior vittoria di Franco Fava, in seguito due Olimpiadi da maratoneta, 5 titoli italiani di campestre, 4 sulle siepi, poi grande giornalista sportivo ancora in attività.
Negli Allievi, vittoria del bergamasco Mario Brembilla, ma 12° c'è Mario Scartezzini, futuro primatista italiano dei 3000 siepi (8:12.5) e due volte vincitore in Coppa Europa. Ancora più dietro, 24° un pressoché debuttante Carlo Grippo, poi finalista olimpico degli 800 ai Giochi di Montreal '76 e primatista mondiale indoor con 1:46.37.
Il cross lungo vide il successo di Renato Martini (Cus Torino), dopo una bella sfida con Giacomo Marietta (Carabiniere) risolta nell'ultimo km.
E' però la gara del corto (6 km) quella dai contenuti tecnici più elevati. Alla partenza c'è il campione in carica Franco Arese, in maglia Atletica Balangero. Nell'inverno che precede la sua storica vittoria nei 1500 dei Campionati Europei di Helsinki, a Cesano è l'uomo più atteso e favorito. Il cross però riserva sempre delle sorprese, e quel giorno l'imprevisto ha il nome di Gianni Del Buono. Specialista del mezzofondo, era stato azzurro alle Olimpiadi di Città del Messico 1968, bronzo alle Universiadi del '67 ed era il campione italiano degli 800 metri.
"Mai avrei pensato di vincere un campionato italiano di cross. Io non ero un tipo da campestre: è stata una grande soddisfazione". E' quanto ci dice Gianni Del Buono (foto a destra), 77 anni, che a distanza di mezzo secolo ricorda ogni dettaglio di quella giornata, per lui storica.
"Arrivai in treno da Ancona a Milano. In albergo non mi sentivo molto bene, e avevo sempre addosso il giovane Carlo Grippo che voleva sapere da me come diventare forte. Il giorno dopo mi sentivo la febbre: arrivai alla gara in borghese perché pensavo di non correre. Invece, sceso dal pullman c'era una giornata di sole e dopo il giro del campo mi sono sentito subito meglio. Mi cambio dentro il pullman e vado in gara.
Ricordo che c'era fango e il terreno tremava dai tanti che eravamo a correre (101 al traguardo, ndr). Però bisognava partire forte, perché in fondo al rettilineo c'era una strettoia. Mi ritrovo davanti un sardo che tira fortissimo, non riesco a passarlo ma quando lo sposto di peso sono indietro di almeno 40 metri dai primi. Quel giorno però sul fango io volavo, li ho presi e superati. Vinsi svergognando tutti, io che non ero uno specialista".
Cronometro alla mano, dopo 17'56 di gara Del Buono rifilò 18 secondi a Massimo Begnis (Pro Patria) e Arese finì solo 6° dopo 38 secondi (nella foto sotto, Arese con il 74 inseguito da Del Buono a Cesano - dal libro "Divieto di sosta").
Non finisce qui. "Sono tornato a casa in treno ancora coperto del fango della gara: il giorno dopo avevo 38 di febbre. Avrei voluto capire come mai, prima della febbre, io mi trovassi in uno stato quasi di non percezione della fattica". Il momento d'oro di Del Buono proseguì ancora sette giorni dopo, a Sofia, quando fu terzo nei 1500 dei Campionati Europei Indoor.
Storie epiche di un'epoca d'oro, di campioni che entusiasmavano il pubblico e correvano su tempi che, ancora oggi, farebbero la felicità di tanti atleti.
Scorrendo gli ordini d'arrivo, ecco altri nomi della nostra atletica milanese, ancora in attività sui campi. Nel corto, 12° posto per Giorgio Rondelli, in quella stagione in maglia Aeronautica per il servizio militare. "Ritengo di avere fatto una buona gara, forse ho spinto un po' troppo all'inizio" ricorda l'allenatore dei tre ori di Alberto Cova nei 10mila. "Il cross per noi era una religione, c'era un gran livello qualitativo, e la distanza di 6 km era molto formativa, più del corto di 4 km che si corre oggi".
Negli Juniores, 7° posto per Franco Veronese, poi azzurro di cross, anima dell'Atletica Desio e oggi allenatore del Team-A Lombardia. Negli Allievi, ecco 28° Mario Scirè, tanti campioni azzurri allenati (Ornella Ferrara e Merhiun Crespi) e oggi anche consigliere di Fidal Lombardia.
Per questo salto nel passato dobbiamo ringraziare Natalino Meloni che, potenza dei social, ci ha fornito i risultati di quel campionato. Anch'egli era a Cesano Maderno, 50 anni fa. "In quel campionato italiano, al termine del riscaldamento, facendo gli allunghi finali con il mio compagno di squadra, gli dissi che le gambe non giravano. Che non sarei partito. Mi rincuorò dicendomi di non pensarci. Una volta sentito lo sparo dello starter tutto svanì. L'obiettivo era quello di lottare con tutti quelli che erano presenti in quel prato. Cosa che feci nel migliore dei modi giungendo 13°. Le gambe avevano risposto nel migliore dei modi. E guardando poi l'ordine d'arrivo mi resi conto che avevo lottato contro grandi personaggi della grande atletica italiana. Rientravo in Sardegna conscio di aver raggiunto un ottimo risultato".
DAVI.VIGA.
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