Quel che non capita in una vita, può succedere in un giorno. Magari in uno splendido mattino di autunno milanese, quelli da vivere con la giacca aperta perché fa ancora caldo. Succedere a Milano, ancora a Milano che, quando si tratta di eventi o corse su strada è la prima della classe, salvo essere poi l'ultima e la rimandata in caso di gare su pista (quali piste?). Capita che in un bell'hotel in zona Fiera, dalla sala troppo piccola per il numero di invitati e dai microfoni singhiozzanti, ci sia una concentrazione di campioni, medaglie olimpiche, primatisti di ogni sorta da togliere il fiato come il Louvre per gli amanti dell'arte.
Oggi mercoledì 18 ottobre 2017, potrebbe passare alla storia come la più grande Hall of Fame mai vista in città. Il motivo? Il libro biografico di Franco Arese, "Divieto di sosta" (Edizioni Correre), indimenticato campione delle piste prima (oro agli Europei del 1971), dell'imprenditoria sportiva e Presidente Federale poi. Biografia scritta a sei mani da giornalisti del calibro di Gianni Romeo, Franco Fava e Fabio Monti, ciascuno concentrato su una parte di vita: la crescita, i successi sportivi, l'imprenditore e Presidente.
Si potrebbe finire qui, se non fosse che in sala, nelle prime file sedessero personaggi del calibro di Livio Berruti, Marcello Fiasconaro, Abdon Pamich, Maurizio Damilano, Giuseppe Gentile, Giuseppe Cindolo, Carlo Grippo, Venanzio Ortis, Stefano Mei, Gianni del Buono, Renzo Finelli, Renato Dionisi, Sergio Ottolina, Francesco Panetta, Gianfranco Baraldi, Laura Fogli. Non bastano? Aggiungiamo anche Dino Meneghin e Novella Calligaris, per la quota "altri sport". Non bastano ancora? Carichiamo il piatto con due leggende mondiali: i finlandesi Pekka Vasala, oro ai Giochi di Monaco '72 nei 1500, e il monumento Lasse Viren, doppio oro nei 5000 e 10000 a Monaco '72 e Montreal '76. Ci scusino gli altri che non abbiamo visto o riconosciuto, tanta era la calca.
In sala l'aria non è quella da museo ma da Consiglio dei Gran Maestri, trent'anni di storia dell'atletica che si incontra grazie all'amicizia comune con Franco Arese. Il protagonista sente l'emozione sua e di tutti gli altri, e ne è ottimo interprete. "Oggi è una festa dell'atletica" ripete più volte, confortato dai sorrisi dei suoi amici "L'atletica oggi è qui. Non mi fa piacere, di più! Vorrei abbracciarvi uno a uno".
Gli abbracci "verbali" sono invece arrivati da tutti gli invitati. Ciascuno ha regalato ad Arese il suo personalissimo grazie per il tratto di vita percorso insieme. Sono state ricordate vittorie, primati e rivalità, ma anche scherzi, momenti di divertimento e avventure amorose con sottofondo d'atletica. Tra ricordi e malinconia, forse da Beppe Gentile, maestro del salto triplo a Messico '68, la sintesi dell'umore della sala: "Dobbiamo risvegliare l'atletica facendo leva sui entimenti. Il tempo influisce sull'età ma non sui sentimenti". Bello il siparietto "carrambata" con Vasala che ha restituito ad Arese un paio di scarpe avute da lui in regalo quarant'anni fa (VIDEO).
Quella vista stamattina è stata un grande famiglia, una storia di amicizia vera nata sui campi e durata una vita intera. Qualcosa che nell'atletica di oggi, come ricordato da tanti, da Baraldi a Panetta, "oggi non c'è più". Franco Arese ha esortato il suo successore alla guida della Federazione: "Caro Alfio (Giomi, ndr), non buttiamo via questo giorno!". Appello accorato e impegnativo, da non dormirci la notte.
Perché una tale concentrazione di campioni solitamente si vede solo ai funerali dei grandissimi. Oggi si è trattato di una festa, ma se di questa festa non resteranno che le briciole del buffet, allora forse avremo assistito al funerale del nostro sport.