C'è anche il nome di Iliass Aouani (Atletica Riccardi, al centro nella foto a destra) tra i 36 azzurri convocati per i prossimi Campionati Europei di Cross di domenica 13 dicembre a Hyeres (Francia) (e brava a esserci anche la varesina Silvia Oggioni che corre in maglia Pro Sesto Atletica), chiamato a dar man forte alla squadra under 23. Buon per Iliass che sia arrivata questa convocazione, perché il milanese di scuola San Donato ha attraversato tutto l'oceano Atlantico per guadagnarsi un'altra maglia azzurra, dopo quella di luglio dei Campionati Europei Under 23 di Tallin. Iliass infatti da settembre si è trasferito a Beaumont, in Texas, dove ha iniziato a studiare alla Lamar University, in compagnia degli altri azzurri Federico Gasbarri (Atletica Vomano) e Silvia La Tella (Fanfulla Lodigiana).
Per l'atleta di Claudio Valisa, ora seguito dall'head coach Tony Houchin l'avventura americana è iniziata in maniera esaltante. Ha infatti raggiunto la finale NCAA di corsa campestre, dopo aver vinto il Southland Conference Championships di Huntville e con il secondo posto decisivo nei “Regionals” di College Station. Questi grandi e inaspettati risultati gli hanno fatto conquistare il titolo di "Male Athlete and Freshman of the Year della Southland Conference".
Per il primo atleta italiano di sempre in gara nella finale NCAA purtroppo l'esito non è stato dei migliori, un 185° posto del tutto insoddisfacente. «Dopo la finale regionale ho avuto un fastidio al polpaccio e sono dovuto restare un po' fermo» ha spiegato Iliass, felice comunque dell'esperienza unica nel suo genere, aver partecipato alla finale americana universitaria. «Lì c'è il culto della corsa campestre, è vissuta in maniera diversa dall'atletica. Per loro infatti c'è il cross country e il track and field». Proprio in virtù di questo grande interesse per la corsa lunga Iliass è arrivato in Texas, contattato direttamente su Facebook dagli scout dell'università. «Mi hanno cercato l'anno scorso a settembre, ci ho messo un po' a decidere. Noi italiani siamo pochi, iniziamo adesso, invece ci sono tantissimi inglesi, francesi o svedesi. Oggi ormai funziona così: le università cercano ovunque gli atleti per i loro programmi sportivi e per raggiungere degli obiettivi. La mia è specializzata nel fondo e mezzofondo. Pensa che in altri paesi ci sono agenzie ufficiali che fanno da tramite tra gli atleti e le università». Beh sì, davvero un altro mondo rispetto all'Italia.
Così anche il nostro Iliass Aouani, 20 anni milanese zona Ponte Lambro, dopo i brianzoli Giulia Sportoletti e Simone Fassina è sbarcato quest'anno negli Stati Uniti con una borsa di studio completa di 4 anni, in cerca di libri e di atletica. Con lo studio Iliass va molto d'accordo: per lui ingegneria, un buon tesoretto di esami portato in eredità dal Politecnico di Milano e la sessione di esami americana conclusa in anticipo per poter venire in Italia a caccia della maglia azzurra di cross. Diciamolo pure in italiano, un buon secchione. Se quanto studiato al Politecnico ha nulla da invidiare a quello di Lamar, altrettanto non si può dire per la parte sportiva. «Qui ci si può allenare come veri professionisti, c'è tutto quello che serve. Io vivo nella zona campus degli atleti. Sveglia alle 6.30 e allenamento mattutino, poi colazione e lezioni. A volte ci alleniamo al pomeriggio ma comunque non più di 8 allenamenti a settimana. C'è comunque la libertà di allenarsi di più, oltre al programma stabilito dal coach. L'allenamento fisso è quello del mattino perché il pomeriggio qui è molto caldo e umido, più faticoso».
Iliass a San Donato Milanese era seguito da Claudio Valisa, lo storico allenatore di Gennaro Di Napoli. «Con Claudio mi sento molto spesso e vediamo i programmi insieme, comunque il lavoro che faccio è abbastanza simile a quello che facevo in Italia. Facciamo tanti chilometri, molto lavoro aerobico, lunghi e medi, poi qualche ripetuta sui 1000 o sul miglio». Dopo i cross ora si tornerà a "competere" (già non riesce più a usare l'italiano "gareggiare") alle indoor, in programma a febbraio. Per il momento un buon mese in Italia fino all'Epifania, tornando a calcare la pista del centro Snam di via Cavriaga. «A San Donato mi dicono "beato te che te ne sei andato". Il mio è stato un atto di coraggio ma sono molto felice di questa scelta e spero che sempre più italiani vadano là, soprattutto i mezzofondisti. Neppure un gruppo militare ti può dare tutto questo, e non dico solo di allenarsi come dei professionisti. Vedere e conoscere tante persone di altri paesi è incredibile».
DAVI.VIGA.