Michael Tumi è il nuovo primatista italiano dei 60 mt indoor: da sabato questa notizia è ormai storia, la sanno tutti. Quel che non tutti sanno è che c'è anche un po' di atletica milanese nel record del velocista vicentino. L'allegro torpedone che ha scarrozzato l'uomo più veloce d'Italia (al coperto) in terra svizzera è stato infatti organizzato dall'associazione Athletic Elite, una creatura ancora tutta da scoprire ma che sta già facendo passi da gigante.
Cominciamo a capirci: non stiamo parlando di una società sportiva. Parliamo di un'associazione. Culturale. E qui già si complicano le cose per chi è abituato alle classiche strutture organizzative dell'atletica. Athelit Elite è prima di tutto un modo di intendere l'atletica, un'idea da cui poi segue una struttura di servizi da fornire agli atleti, ai tecnici e ai dirigenti che fanno dell'atletica la loro passione. E il gruppo viene proprio dalla passione di quattro atleti ex-atleti: sono Roberto Severi, quattrocentista da meno 47 del Cus Pro Patria Milano, il presidente; Alessio Conti, ex velocista ora tecnico, team manager; Fabio Frassini, velocista in attività, team manager; Gabriele Buttafuoco, lunghista dirottato sulla velocità, art director.
Il nome scelto è volutamente provocatorio, quasi fuorviante: «per noi il vero significato di "elite" è massimizzare i risultati di chiunque, a qualunque livello» spiega Alessio Conti. Concetto difficile, astratto? Veniamo al pratico. Se le gare indoor non vanno agli atleti, gli atleti vanno alle gare indoor. Si cerca un bel meeting, ben organizzato, con un programma gare completo, in una pista veloce. Avere in gruppo un tecnico esperto come Igor Crispi aiuta molto l'organizzazione. Scelta la meta si organizza la trasferta e qui possono davvero partire tutti. Il viaggio a Magglingen in Svizzera, dove Tumi ha cancellato Pavoni, è nato in questo modo. Così sul pullman diretto oltralpe si sono ritrovati una cinquantina di atleti, da quelli olimpici come Marzia Caravelli ad atleti alle prime esperienze all'estero, allievi e junior di belle speranze come Hassane Fofana, Lorenzo Perini, Irene Morelli, Alessandro Brivio, Alexander Aceti. Davvero una grande occasione di crescita, ad averne di simili possibilità! «C'era un entusiasmo che non si trova nelle gare provinciali o regionali» ha detto Alessio. Difficile non credergli.
Offrire a ogni atleta, di qualunque livello, le condizioni per esprimere tutto il suo potenziale e rendimento sportivo. Concetto tanto semplice quando difficile da realizzare, non fosse che i quattro del team hanno le idee molto chiare. «Il nostro simbolo è un bucaneve, un fiore piccolo ma resistente, un simbolo di rinascita annuale. Noi immaginiamo l’atleta al centro di un sistema integrato di competenze di varie natura». Questi ambiti richiamano ideologicamente i petali del bucaneve:
•un coach stimolato e aggiornato
•un supporto medico vicino e competente
•una rete di meeting e trasferte per ricercare le condizioni per migliorare
•sentirsi parte di una community animata dalla stessa passione.
Ecco allora che chi diventa atleta Elite (basta registrarsi gratuitamente sul sito e il gioco è fatto: oggi sono già un centinaio) entra in una community dove può trovare materiale di aggiornamento tecnico, opportunità di gare fuori dai tradizionali calendari, un nutrito numero di medici sportivi, fisioterapisti, osteopati, negozi specializzati... convenzionati e disponibili a offrire una via preferenziale in caso di necessità. A breve sarà disponibile anche una app per smartphone.
L'Elite lascia ben poco al caso, in primis la scelta delle gare e dei meeting. «Stiamo selezionando un circuito in Italia solo di piste "pro prestazione", inutile correre dove si sa di trovare quasi certamente vento contrario. I meeting all'estero possono essere anche una buona occasione per chi vuol diventare un atleta professionista». C'è attenzione anche a tanti altri aspetti della vita da atleta di livello, problemi che ogni allenatore si trova ad affrontare. «Abbiamo intenzione di fare dei workshop per tecnici su alcune competenze specifiche ma spesso trascurate, come la psicologia sportiva o la pesistica, la nutrizione e la prevenzione degli infortuni».
Qualcosa sembra muoversi nell'atletica italiana. Perché non dare credito e fiducia anche a questi giovani?
Il fotofinish del record italiano di Michael Tumi a Magglingen