MICHELE DIDONI E IL CASO SCHWAZER, C'E' LA SENTENZA: ASSOLTO PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE

michele didoniPresi dalle mille e una notizie dal turbinante mondo delle nostre piste, ormai attive a pieno regime, con un certo ma incolpevole ritardo ci siamo accorti di una bella, bellissima notizia per la nostra atletica milanese. Per fortuna c’è Facebook e la possibilità di pubblicare da sé le notizie che ci riguardano, visto che stavolta i tradizionali organi di stampa non hanno notato un'importante novità giunta sul caso Alex Schwazer. E non si tratta di copertine di giornali o incontri con il pubblico.

La grande notizia è che Michele Didoni, in data 21 maggio 2015, è stato assolto dalla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping dall’accusa di violazione degli articoli C.3 e 5.3, assolto perché “il fatto non sussiste”.

Significa punto e a capo, abbiamo scherzato: tu non c’entri niente. C’entri in cosa? Ma nel caso Schwazer, ovviamente. Il nostro campionissimo da Quarto Oggiaro, classe 1974, cresciuto nell’Atletica Astro sotto la guida di Pietro Pastorini, oro nella 20 km di marcia ai Mondiali di Goteborg del 1995, era l’allenatore del marciatore altoatesino nell’anno di (dis)grazia 2012, ovvero quello della positività all’Epo dell’ex oro di Pechino. Chiaro che anche Didoni venisse coinvolto nell’inchiesta, benché la sua estraneità fosse subito piuttosto chiara, anche a fronte di ben tre perquisizioni subite dal nostro marciatore. Abbandonato il mondo dell’atletica, neppure più tesserato per la nostra federazione, Didoni venne comunque convocato al Tribunale Antidoping come persona informata sui fatti in una udienza prevista il 7 ottobre 2014. A quella udienza il carabiniere non si presentò, da qui l’automatico deferimento e una richiesta di inibizione di 3 mesi (28 novembre 2014). Seguì inesorabile anche un gran tam tam mediatico sulla sua volontaria mancata presenza, facile da leggersi come il comportamento di chi aveva qualcosa da nascondere. Nove mesi dopo, invece, è stato certificato che Michele Didoni non aveva proprio nulla da nascondere: lui con il doping di Schwazer non c’entra.

Per il Comitato Provinciale di Milano, all’interno del quale Michele è cresciuto fin da cadetto, questa notizia è un grande sollievo e una grande gioia, benché nessuno di noi abbia mai dubitato della sua onestà. Noi che lo conosciamo bene, perché ha anche allenato i bambini che frequentano i nostri corsi di avviamento allo sport, sappiamo che è fatto così. Ora lo sanno anche gli altri. Michele Didoni vince sempre, dentro e fuori dalle piste.