MICHELE DIDONI E IL CASO SCHWAZER: LA PROCURA DI BOLZANO ARCHIVIA IL SUO CASO "ORA POSSO RITENERMI LIBERO"

michele didoniStavolta è la volta buona. Lo ha annunciato lui stesso, oggi sabato 4 luglio, dalla propria pagina Facebook verso mezzogiorno: «da poche ore posso ritenermi libero, questo significa essere "archiviati"». Il soggetto è Michele Didoni, il milanese campione del mondo della 20 km di marcia di Goteborg '95, e la sua giustificata gioia si riferisce all'archiviazione della propria posizione all'interno dell'indagine della Procura di Bolzano, quella che si occupa del "caso Schwazer". la procura lo ha comunicato ieri ai legali dell'ex marciatore e allenatore. Michele Didoni è ufficialmente fuori dai giochi (sporchi), lui non c'entra niente con l'epo e il doping di Alex Schwazer, atleta che Didoni allora allenava.

Sospetti e accuse sono state tutte rispedite al mittente, senza stare sotto i riflettori della cronaca ma lavorando seriamente, come ha sempre fatto anche da atleta, forte della tranquillità di chi ha la coscienza pulita. «Ho come la sensazione che qualcuno da adesso potrà iniziare a preoccuparsi seriamente, ogni schiaffo ricevuto metaforicamente, sarà una sano calcio nel sedere che elargirò». Didoni fa capire, scrivendolo, che sta per arrivare il momento della sua versione dei fatti, rispondendo parola per parola alle tante chiacchiere che si sono sentite sul suo conto e sul suo ruolo nelle vicende pre Londra 2012, da parte delle persone coinvolte nella riabilitazione del marciatore Alex Schwazer.

Ricordiamo che il nome di Didoni era tornato a farsi sentire poco più di un mese fa, esattamente il 21 maggio, quando la Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping lo aveva assolto dall’accusa di violazione degli articoli C.3 e 5.3. Parliamo quindi di giustizia sportiva e non penale come quella di Bolzano. Ricapitoliamo i fatti. La Procura Antidoping convocò Didoni in udienza il 7 ottobre 2014 per ascoltarlo come persona informata dei fatti. L'ex allenatore (neppure più tesserato Fidal) non si presentò. Ne aveva ben diritto, perché il suo status di indagato prevedeva particolari tutele legate alla sua difesa. La prima Sezione del Tribunale Antidoping ha ritenuto valide queste motivazioni e il diritto di Didoni a non presentarsi come persona informata dei fatti (due processi che si accavallano possono dar luogo a situazioni "autoaccusatorie, per esempio), tant'è che lo assolse perché “il fatto non sussiste”. Tutto ciò benché la Procura Antidoping avesse chiesto tre mesi di inibizione. Uno a zero per Didoni.

Nonostante questo primo sucesso, la Procura Antidoping (ne ha il diritto) ha avanzato una richiesta di appello (12 giugno) perché non soddisfatta della prima assoluzione, e la Seconda Sezione del Tribunale Antidoping l'ha accolta, convocando nuovamente Didoni in udienza per il prossimo venerdì 10 luglio (ore 14). E' probabile che l'archiviazione di Bolzano abbia ripercussioni anche sulla giustizia sportiva, per cui è lecito attendersi novità in merito alla convocazione a Roma prevista per il prossimo venerdì. Staremo a vedere.

Intanto l'ex campione del mondo si prepara a rilasciare la sua versione come "persona informata dei fatti" nelle sedi oppportune, forte ora dell'archiviazione da parte della Procura di Bolzano. C'è da credere che ne sentiremo delle belle. per ora non resta che festeggiare, nuovamente, il trionfo della giustizia e della verità, dell'onestà di chi ha sempre marciato correttamente, dentro e fuor di metafora.

DAVI.VIGA.