GIULIA SPORTOLETTI, VACANZE ITALIANE DAL MEDICO: "AL COLLEGE SONO L'UNICA CON UN MINIMO DI TECNICA"

giulia sportoletti riceScorrendo la lista dei convocati per il triangolare giovanile di Prove Multiple del prossimo 6 e 7 agosto, con ben 5 milanesi su 16 atleti, oltre ai presenti colpisce anche qualche assenza di rilievo. Due anni fa proprio quell’incontro (senza la Svizzera) venne vinto dalla junior al primo anno Giulia Sportoletti (Team-A Lombardia, nella foto), ma oggi di Giulia non c’è traccia. Dov’è finita la seregnese sei volte campionessa italiana e primatista Allieve e Cadette? Quest’anno la brianzola, 20 anni, si è trasferita oltreoceano per studiare alla Rice University e, è davvero il caso di dirlo, a Houston ha avuto un problema. Una fibrosi al bicipite della gamba destra che sta ancora curando oggi, in Italia, e che l’ha frenata per tutta la stagione.

“Il problema è arrivato dopo tre mesi che ero là: mi sono curata ma non sono guarita”. Pur a mezzo servizio Giulia ha comunque dovuto gareggiare perché, in fondo è lì per quello e la sua borsa di studio è legata alla sue prestazioni sportive. Qualche staffetta, un eptathlon su una gamba sola (4745 punti), ma per fortuna è arrivato il grande risultato nel giavellotto proprio nella finale di Conference Sud a Murfreesboro il 16 maggio. Un lancio da 40.13 buono per un inaspettato 5° posto che ha galvanizzato la squadra, le Rice Owls, e che ha contribuito al successo del college nella finale, quarta volta nella storia dell’università (nella foto sotto).

“Nessuno si aspettava che arrivassi quinta, nella stagione avevo sempre lanciato 37 metri: è stato allora che la Rice ha cominciato a capire di poter vincere. Io sono stata la speranza della mia università” ride solare Giulia, conscia di aver trascorso una prima stagione americana piuttosto negativa ma fiduciosa per la prossima, visto che il college le ha rinnovato la scholarship (la borsa di studio).

Il suo head coach è stato Jim Bevan, da 30 anni alla guida della squadra femminile della Rice, ma l’adattamento è stato difficoltoso. “E’ un tipo simpatico e molto entusiasta della vita, sempre col sorriso. Gli americani sono molto bravi, ci danno l’anima e hanno impianti che noi ci sogniamo, ma sono fissati con il pompaggio: fanno tantissimi pesi, tre volte a settimana ma con carichi pesanti, e su questo ho fatto molta fatica, io ho sempre odiato i pesi”

Per fortuna negli ultimi due mesi è arrivato però un assistente, Drew Fucci, ex decatleta da 8225 punti 20 anni fa ai tempi di Dan O’Brien, che non vede così di buon grado i pesi, e lì è scattata l’intesa. “Sono la sua preferita, sono molto felice che sia arrivato”. Di contro però c'è che “lì io sono l’unica che ha un minimo di tecnica. Loro sono tutti veloci e forti ma poi li vedi fare un salto in lungo e questi si buttano. Quando gli ho fatto vedere il mio salto in lungo sono rimasti a bocca aperta. Tecnicamente noi in Italia siamo avanti, e poi il mio allenatore Raffaele Specchio è davvero bravo a livello tecnico: lui mi è davvero mancato sotto questo aspetto”.

Dal 23 agosto si torna in Texas e si pensa alla nuova stagione, guarita dagli infortuni e seguita da un vero esperto di prove multiple. Ci sono i campionati americani ma anche gli Europei under 23 da inseguire, con una idea chiara in testa però: “se anche l’anno prossimo sarà un fiasco io direi che torno in Italia. Io sono qui perché la mia priorità è lo sport: se non si riesce a fare, pace e amen: farò Economia in Italia” scherza seriamente Giulia.  

Noi auguriamo a Giulia di realizzare i propri sogni, in America o in Italia che sia. L'importante è che torni ai livelli che il suo talento gli consente.

DAVI.VIGA.

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